giovedì 4 novembre 2010

Liberté, Égalité, Fraternité – Rivoluzione Francese

Non so voi ma personalmente, quando sento dire rivoluzione francese, oltre alle tre magiche paroline del titolo, mi vengono in mente solo alcune scene di Lady Oscar. Purtroppo non credo che, se venissi interrogato su questo argomento, basterebbe parlare di un cartone animato per fare contento un professore. E’ necessario quindi dare una ripassata. E’ chiaro che si tratta di una sintesi delle fasi cruciali e iniziali del fenomeno,non dell’argomento completo. Aiutatevi anche col video presente sul blog nell’apposita sezione.

Innanzitutto cosa c’è in Francia prima della rivoluzione? C’è il cosiddetto Ancien Régime, un periodo della durata di circa cento anni caratterizzato da:

  • assolutismo monarchico = il re detiene tutto il potere che gli spetta di diritto come concessione divina (concetto medievale del Diritto divino dei re)
  • divisione della popolazione in tre ceti = clero o Primo Stato + nobiltà o Secondo Stato + popolo o Terzo Stato (95% della popolazione)
  • sviluppo economico e alimentare → notevole incremento demografico a partire dal ‘700
  • leggero calo delle epidemie
  • terre per la maggior parte nelle mani di Chiesa e vassalli
  • ascesa dei mercanti che investono i loro guadagni nell’acquisto di appezzamenti di terra
  • sviluppo delle città
  • inizio dell’uso esteso dei contraccettivi (che vi interessi o meno io ve lo dico ^^) 

Insomma le città diventano più grandi, si muore di meno e non devi sfornare un bambino ogni volta che fai sesso con tua moglie. Non sembra un periodo così brutto in apparenza. In realtà, verso gli ultimi anni precedenti la rivoluzione (1774-1789) ci sono diverse cose che non funzionano e che portano al declino di quest’epoca e allo scoppio della rivolta. Le cosiddette cause.

CAUSE ECONOMICHE - La situazione più tragica è quella del popolo, costituito per lo più da poveri contadini che devono sottostare ai soprusi dei proprietari terrieri. Definito anche terzo stato, il popolo è l’unica classe sociale tassata. Alcuni eventi come l’assistenza della Francia agli americani nella loro rivoluzione, dei disastri metereologici che mettono in crisi la produzione cerealicola (si ricordi che l’economia francese in questo periodo è vincolata strettamente all’agricoltura) e numerose carestie, peggiorano ulteriormente questa condizione.

Non si possono tassare solo i più poveri. Il sistema fiscale francese è chiaramente squilibrato. Luigi XVI tenta, con assai poca convinzione, di riformare questo sistema, in quanto le classi sociali che lo affiancano (nobili e clero) si oppongono a qualsiasi modifica. E nessuno si oppone a loro, perché costituiscono la classe dirigente. Il ministro delle finanze, Jaques Necker, che propone una riduzione degli sprechi e tasse più eque che coinvolgano anche le classi ricche, perde il posto. 

CAUSE POLITICHE - Il re, Luigi XVI, è un perfetto imbecille. Commette ingenuamente diversi errori,come richiamare i Parlamenti nel tentativo di ingraziarsi i suoi sudditi (in realtà i Parlamenti approfitteranno del loro ruolo per criticare il potere reale). Inoltre,non possedendo né la capacità né il carisma del suo antenato, il celebre Luigi XIV (detto Re Sole), non riesce a far valere le sue ragioni e a governare in modo efficace. Sua moglie, Maria Antonietta, troppo legata alla sua patria austriaca, contribuisce a fomentare gli odi nei suoi confronti.

CAUSE CULTURALI - Bisogna inoltre considerare che in questi anni si sta diffondendo in Francia un movimento culturale chiamato Illuminismo. Alla base di questo movimento ci sono dei principi (il pensiero razionale, l’irreligiosità, la libertà, l’uguaglianza sociale ecc.) che sono incompatibili non solo con la monarchia ma con tutte quelle tendenze medievali che ancora si avvertono in quest’epoca. Il medioevo è visto come periodo oscuro, era dell’ignoranza e della superstizione, che “i lumi” della ragione (da qui il nome della corrente) possono spazzare via.

CAUSE SOCIALI – Gli ordini sociali sono eterogenei: significa che all’interno di una stessa classe ci sono altre suddivisioni. Il clero ad esempio si divide in basso e alto clero. All’interno del Terzo Stato non sono tutti poveri ma ci sono i mercanti che hanno fatto fortuna divenendo anche molto ricchi, e via dicendo. Questo contribuisce a creare molte tensioni tra i vari gruppi.

La media borghesia (facente comunque parte del Terzo Stato), in ascesa, si sente in diritto di pretendere una propria partecipazione alla vita politica del paese e sfrutta le masse popolari ottenere i suoi scopi. Questo la pone in aperta ostilità con l’aristocrazia. Questi ultimi vedono i borghesi come rozzi arricchiti, i borghesi vedono i nobili come oziosi e avidi parassiti di corte.

La nobiltà, che aveva perso molto del suo potere a causa di Luigi XIV, si aggrappa ai suoi antichi privilegi, quei diritti feudali che ormai sono caduti in disuso.

Ne risulta un quadro di ostilità e confusione generale in un paese ormai prossimo alla bancarotta. Luigi XVI si rende conto dell’urgente bisogno di riforme, prima fra tutte quella finanziaria, ma non riesce a realizzarne nemmeno una a causa dell’opposizione dei Parlamenti che proprio lui ha richiamato in servizio.

Viste le difficoltà, il sovrano si vede costretto a riunire nuovamente gli Stati Generali il 5 maggio 1789. La quasi totalità dei membri dell’assemblea si riunisce con un solo intento: porre fine, non tanto alla monarchia, quanto all’Ancien Régime. I contadini sperano nell’abolizione dei diritti feudali, la borghesia spera nell’instaurazione di una monarchia parlamentare secondo il modello inglese.

C’è però qualcosa che va rivisto nell’organizzazione dell’evento. Già molte volte, in passato, le riunioni degli Stati Generali risultano a vantaggio del Primo e del Secondo Stato che, uniti da interessi spesso comuni, votano insieme battendo il Terzo Stato per 2 a 1. Per questo motivo il Terzo Stato avanza delle richieste:

  • il raddoppiamento dei deputati, da 300 a 600
  • il voto per testa, non più per stato (secondo la tradizione ogni ordine elegge i propri deputati e questi si riuniscono, discutono e votano separatamente. Il risultato del voto di ciascun ordine vale un voto che va a rappresentare in questo modo l’intera fazione, non il singolo. Il Terzo Stato chiede invece la convocazione di un’unica assemblea nella quale ogni eletto ha un voto a disposizione)

Il re tenta a questo punto una mossa d’astuzia. Acconsente a raddoppiare il numero dei deputati del Terzo Stato ma non si esprime sulle modalità di voto. Lui e la sua cerchia cercano di evitare accuratamente il problema, lasciando che la cosa cada nel dubbio, nell’equivoco. In questo modo, quando gli Stati Generali si riuniscono, spostano l’attenzione direttamente sul problema delle tasse.

Il Terzo Stato si accorge presto del tranello e il 17 giugno si dichiara Assemblea Nazionale (un’assemblea non di quello o di quell’altro Stato ma del popolo tutto) e con il giuramento della Pallacorda si impegna a non sciogliersi prima di aver dato alla Francia una Costituzione. Dietro invito del re, che vuole prendere tempo, clero e nobiltà si uniscono a loro → nasce l’Assemblea Nazionale Costituente. Una volta pronto,il sovrano, ammassa truppe mercenarie vicino a Parigi.

Come conseguenza, il 14 luglio 1789, la Bastiglia viene espugnata dai parigini, i rivoluzionari più convinti in quanto la città aveva subito una grave disoccupazione e aumento delle spese. La conquista della famosa prigione diviene un simbolo da imitare. Viene vista come un abbattimento dell’autorità assoluta del monarca.

Il popolo crea un nuovo organo di difesa, la Guardia Nazionale, capeggiata da La Fayette e nascono diverse nuovi gruppi politici, detti clubs (giacobini, cordiglieri, girondini).

La fine dell’Ancien Régime viene sancita con l’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo (ispirata a quella americana) che tutela alcuni principi fondamentali: sovranità popolare, diritti di libertà (stampa, opinione, religione, riunione), uguaglianza giuridica, tutela della sicurezza personale e della proprietà individuale.

Il 14 luglio 1790 sul campo di Marte ha luogo la festa della Federazione e il re vi prende parte, prestando giuramento sulla Costituzione. Se questo evento può lasciar intendere che il re abbia accettato tutti i cambiamenti pacificamente, la realtà è ben diversa. Egli cerca di continuo di riconquistare il potere che ha perduto ed essendo cattolico si schiera dalla parte del Papa e dei preti refrattari (coloro che hanno respinto la Costituzione civile del clero). La sua reale posizione si svela definitivamente nel 1791, quando tenta di fuggire ma viene riconosciuto alla frontiera e arrestato.

Il re viene ormai considerato un traditore della nazione. Se ne chiede la deposizione e la proclamazione della Repubblica. Non c’è più spazio per la monarchia costituzionale. Queste richieste si fanno via via più insistenti a causa della dichiarazione di guerra di Austria e Prussia, provocata, secondo i rivoluzionari, dalla stessa corte francese, nell’intento di abbattere la Rivoluzione.

Gli scontri vedono la Francia fallire, rappresentata da truppe disorganizzate e indebolite. Lo scontento dilaga e il popolo attacca il Palazzo delle Tuileries, dove risiede il re con la sua famiglia. Il re viene ufficialmente deposto e viene proclamata la nascita della Repubblica.

Dato che la Costituzione vigente è ormai superata viene istituita una nuova assemblea, la Convenzione Nazionale, davanti alla quale il re viene processato a dicembre del 1793. Condannato a morte, viene pubblicamente ghigliottinato in piazza, il mese successivo.

Si susseguono varie forme di Costituzione e tentativi di instaurare regimi stabili e duraturi. La rivoluzione si conclude di fatto, solo molto tempo dopo, con l’avvento di Napoleone.

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